Barker, Pat by Il silenzio delle ragazze

Barker, Pat by Il silenzio delle ragazze

autore:Il silenzio delle ragazze
Format: epub


24.

Patroclo si era allontanato da tempo, molto piú di quanto ce ne sarebbe voluto per accompagnare al cancello Odisseo e Aiace.

Achille prese in mano la lira, la posò, si versò una coppa di vino, decise di non berla. I cani, le orecchie tese a ogni rumore nell’atrio, si misero a uggiolare. Si chinò ad accarezzargli la testa, pensando: «Sí, sí, anch’io».

Quando infine Patroclo tornò, con i capelli bagnati che gli ricadevano sulla faccia, sembrava un animale selvatico, uno di quelli che si aggirano tra le dune di notte, con gli occhi rossi incollati al buio. La stanza piena di correnti d’aria, deformata dal vento, sembrò restringersi intorno a lui. Si avvicinò al fuoco sfregandosi le braccia come se sentisse piú freddo di quanto ne aveva in realtà, solo per evitare di guardare Achille.

– Ce ne hai messo, di tempo.

Patroclo tentò invano di dissimulare la collera.

– Insomma, – disse, – sei stato davvero brutale.

– La storia del maiale morto, dici? Ah, non preoccuparti: non la riferirà.

– No: parlavo di Briseide. È con lei che sei stato brutale.

– Se non altro non mi ha mentito.

– Ma non ha aperto bocca! – esclamò Patroclo, spingendo via i cani. – Achille, cos’è che vuoi davvero?

– Deve ammettere di aver sbagliato.

– Ma non può. Odisseo sapeva benissimo che volevi sentirti dire questo, ma non era in grado di offrirti le scuse di Agamennone.

– Mi dispiace: poteva risparmiarsi la passeggiata.

Patroclo si sedette e i cani si accucciarono ai suoi piedi. – Ripensandoci, però, è stato abbastanza buffo.

– Davvero? Devo essermi perso quel momento.

– Ma certo! Odisseo è sempre cosí acuto, parla cosí bene, è cosí...

– Subdolo?

– Eppure è stato Aiace a colpirti in pieno.

– Non mi ha colpito in pieno.

Patroclo lo guardò negli occhi. – Sí, invece.

Achille scelse con cura un ciocco di legno e lo gettò nel fuoco, che non ne aveva affatto bisogno. – Lei come sta?

– Come pensi che stia?

– Non avevo scelta.

Patroclo si chiuse in un ostinato silenzio.

– E va bene, sputa il rospo, – lo esortò Achille.

– Avremmo dovuto tornarcene in patria. No, ascolta. A-scol-ta! Non molto tempo fa hai criticato Agamennone per aver detto ai suoi uomini che la guerra era finita e che presto sarebbero tornati...

– Certo che l’ho criticato, non ho mai sentito niente di piú stupido!

– Ma non ti rendi conto che hai fatto esattamente la stessa cosa? «Mi hanno offeso, basta cosí, abbiamo finito, ce ne torniamo a casa». Tutti l’hanno capito. Solo che poi, a un tratto, non andiamo piú a casa. Avevano appena cominciato a illudersi di poter rivedere le famiglie. Non è stato facile per loro. Non è facile portarli fuori dalle baracche giorno dopo giorno e addestrarli a qualcosa che non sono autorizzati a fare.

– So che non lo è, e tu stai facendo miracoli. Pensi che non lo sappia? – Achille alzò un braccio e tirò via il nastro che gli legava i capelli. – Andiamo, su: che cosa hanno detto?

– Oh, le solite cose: che sei intrattabile. Che tua madre ti ha allattato a bile.



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